VALLE STURA : MONTI AUTES E VARIROSA.

Escursione a piedi in montagna (effettuata il 3 settembre 2013).
Tempo per il percorso in salita : 2 ore e 45 minuti per il Monte Autes, 15 minuti in più per il Varirosa .
Difficoltà percorso : escursionisti.



Percorsa la Valle Stura sino a Vinadio, svoltai a destra appena fuori dalle sue antiche mura e risalii il vallone di Neraissa.

Raggiunta la frazione di Neraissa Superiore (alt. 1520 mt.) parcheggiai l'auto al bivio posto appena prima del suo abitato.

Trascurai la strada che mi avrebbe portato al Rifugio Nebius e, seguendo le indicazioni per il Colle Di Neraissa ed il Monte Autes, imboccai la carrozzabile sterrata che andava in direzione sud.

Al primo tornante la strada presentava un notevole fondo fangoso a causa del quasi perenne ombreggiamento fornito dalla vegetazione circostante.

Dopo pochi metri mi trovai fuori dalla macchia boschiva e, procedendo in direzione nord ovest, mi si aprì una notevole veduta sulla parte inferiore del vallone che scende dal Colle Moure Delle Vinche e sui contrafforti di sud est del Monte Nebius (alto 2600 mt.).

La strada guadagnava quota con pendenza regolare e non faticosa, disegnando ampi tornanti sull'erboso pendio della Comba Della Barmetta, discendente dai soprastanti monti Autes e Varirosa, mentre qua e là spuntavano radi larici e cespugli di rododendro.

In alto, a nord, riconobbi le inconfondibili sagome degli spuntoni rocciosi del vallonetto Serour, sulla parete est del Monte Salé (visibili ad occhio anche dalla strada statale della Valle Stura, nel tratto compreso tra Demonte e Rialpo).

Arrivato al settimo tornante potei spingere con soddisfazione lo sguardo verso la media Valle Stura sino al valico di Madonna Del Colletto, con la più distante Bisalta che faceva da sfondo.

La carrozzabile sterrata scollinò nel Vallone Dei Pini e puntò decisa verso ovest proprio in corrispondenza di un piloncino votivo (ornato di due simpatiche statuette raffiguranti una pecora ed una mucca) intitolato alla Madonna protettrice dei pastori e dei margari.

Giunsi al Colle Di Neraissa (posto a 2015 mt. di altitudine) dopo un'ora e mezza di cammino : il valico é caratterizzato dai resti di una massiccia caserma militare ormai sprovvista di tetto e da una adiacente malga ristrutturata.

Dopo aver apprezzato l'ottimo panorama che mi si era aperto verso la parte alta della Valle Stura imboccai verso est-sud-est una traccia (di probabile origine militare, visto il cippo di pietra presente sul suo bordo) alquanto mimetizzata ormai dall'erba (le pubblicazioni militari anteguerra narrano del progetto, rimasto tale, di dotare il Monte Autes di opera armata con mitragliatrici ed osservatorio, ed il Monte Varirosa di opera con mitragliatrici).

La mulattiera (a tratti percorribile con difficoltà a causa della vegetazione cespugliosa che ne invadeva la sede) continuò a guadagnare quota disegnando altri tornanti, e poi si trasformò in sentiero, rivolgendosi verso sud, su fondo erboso brulicante di innumerevoli cavallette saltellanti, sino a portarmi sul Colle Della Barmetta (alt. 2230 mt.).

Con un ultimo sforzo risalii la rampa terminale e mi ritrovai (dopo 2 ore e 45 minuti di cammino) sulla vetta del Monte Autes, posta a 2286 mt. di altitudine, da cui potei godere di un impagabile colpo d'occhio a 360 gradi che andava dalla lontana pianura alla bassa Valle Stura, alla massiccia mole frontale dei monti Ciastella e Lausa Bruna, al vallone di Bagni Di Vinadio, al Monte Vaccia, alla alta Valle Stura ed al Monte Bersaio.

Dopo aver scattato alcune fotografie ridiscesi sul Colle Della Barmetta e, tenendomi sullo spartiacque erboso disseminato di ciuffi di stelle alpine, raggiunsi in pochi minuti la vicina vetta del Varirosa (alta 2275 mt.) dove mi fermai per consumare il pranzo.

Per meglio valorizzare il panorama circostante feci ricorso al binocolo, il quale mi permise di apprezzare in lontananza particolari noti ma altrimenti non riconoscibili ad occhio nudo.

Infatti vidi con chiarezza il rifugio Al Laus di San Bernolfo; identificai le sagome delle casermette di Collalunga, del Passo Di Barbacana e del Colle Di Saboulè; riconobbi anche l'incavo del Colle Di Stau.

Tutto questo mi soddisfò pienamente, e decisi allora di avviarmi verso la via del ritorno seguendo verso ovest la leggera pendenza del sentiero posto sulla sommità erbosa.

In corrispondenza di una piccola costruzione metallica (forse un radioripetitore dismesso), il percorso piegò con decisione verso nord, discendendo ripido verso il sottostante Colle Di Neraissa compiendo ampi tornanti tra i cespugli di rododendro.

Giunto sul colle ripercorsi la stessa strada sterrata seguita durante la salita, raggiungendo l'auto parcheggiata stanco ma soddisfatto.



Franco Ramonda.

Inserito il 17/09/2013 alle ore 10:20:31 da: info@essevibusca.com


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Il costone del Monte Nebius visto durante la salita.
Il costone del Monte Nebius visto durante la salita.
Neraissa Inferiore vista durante la salita.
Neraissa Inferiore vista durante la salita.
Il pilone votivo della Madonna protettrice dei pastori e dei margari.
Il pilone votivo della Madonna protettrice dei pastori e dei margari.
La caserma e la malga viste salendo al Colle Di Neraissa.
La caserma e la malga viste salendo al Colle Di Neraissa.
La veduta oltre il Colle Di Neraissa.
La veduta oltre il Colle Di Neraissa.
La vetta del Monte Autes.
La vetta del Monte Autes.
La media Valle Stura vista dal Monte Varirosa.
La media Valle Stura vista dal Monte Varirosa.
La Rocca Di San Bernolfo vista dal Monte Varirosa.
La Rocca Di San Bernolfo vista dal Monte Varirosa.
Pietraporzio e Pontebernardo viste dal Monte Varirosa.
Pietraporzio e Pontebernardo viste dal Monte Varirosa.
La caserma e la malga del Colle Di Neraissa viste discendendo dal Monte Varirosa.
La caserma e la malga del Colle Di Neraissa viste discendendo dal Monte Varirosa.